Dal Sommo Testo Armadico "Lo Pera Prima", a cura di
Pasqualino Impegno
Edizioni Inutili Palermo, 1987-88
LE ORIGINI DELLA SCUOLA
In principio era l'ordine perfetto: la terra era
raffinata ed elegante, le tenebre del buon gusto aleggiavano sulla fantasia e le
poetiche incatenavano la liberta` degli autori. Apistola disse: "Restaurero'
il cattivo gusto" e cattivo gusto fu. Vide Apistola che il cattivo gusto
era cosa buona, e separo' il cattivo dal buon gusto, e nomino' il cattivo gusto
"Armadia".
Nasceva cosi' a Palermo il 13 Maggio 1987 la massima
tra le minime scuole poetiche di tutti i tempi: la meno artefatta, la meno
rigorosa, la meno presuntuosa, la meno. Accomunati da un odio profondo per la
letteratura italiana, la tombola e i dadini, nemici irriducibili della
perfezione, cinque veri geni della poesia si unirono per restaurare il cattivo
gusto nel mondo.
I cinque Armadi(1)
sono Apistola
Zino, Sasso
Metastasi, VinLuigi
Morimmali, MarFilippo
Gravoso e TomRoberto
Gramigna (sono tutti pseudonimi, dal momento che nessun Armadio, per
legittima difesa, svelerebbe il proprio vero nome). All'interno della Scuola non
vi sono gerarchie precise, ma il capo carismatico e' senza dubbio Apistola
Zino, certamente il piu' grosso poeta che l'Italia possa vantare.
Numerose sono le tesi circa la nascita della Scuola e
la scelta del nome. Quella sostenuta da quattro quinti dell'Armadia e' la
seguente: dopo la realizzazione di un suo lavoro, Apistola
Zino ebbe a dire: "Mi pare che oggi sia stato riordinato l'armadio".
Sorse spontaneo cosi' il proposito di fondare una grande scuola letteraria, per
l'appunto l' "Armadia", e sconvolgere la vita della popolazione
mondiale con opere straordinarie, piu' inaudibili che inaudite.
Una seconda tesi e' quella sostenuta dal Gravoso,
secondo il quale l'iniziatore dell'Armadia e' TomRoberto
Gramigna che, in preda ad un attacco da megalomania da lupo
capogruppo, si sarebbe autoincoronato Re Grissino di Svezia, titolo che
poi gli sarebbe stato tolto dallo Zino.
Tra le ipotesi meno attendibili perche' piu' studiate e
disinteressate vi e' quella di tale mons. Puzzo, secondo il quale il nome
della Scuola e gli pseudonimi dei componenti deriverebbero addirittura dall'
"Arcadia" (scuola letteraria italiana del Settecento) e dai
nomi dei principali esponenti della suddetta scuola (Apostolo Zeno, Pietro
Metastasio, il Crescimbeni, il Gravina).
Cio' che si sa per certo e' comunque che, subito dopo
la fondazione della Scuola, Apistola pronuncio' la frase che tutti gli Armadi
presero a modello: "Restaurero' il cattivo gusto: apriro' bocca".
Il Gravoso invece, rendendosi conto di non aver certo bisogno di aprire la bocca
per restaurare il cattivo gusto (guardatelo e capirete perche'), volle a tutti i
costi trovare un nuovo motto. Dopo aver riflettuto a lungo sulla sua penosa
condizione, disse allora: "Peggio di me la morte". Gli altri Armadi,
per dimostrargli la loro solidarieta`, cambiarono il motto in "Peggio di
noi la morte" e lo accettarono come slogan ufficiale della Scuola
Poetica.
Componendo giorno e notte, esercitandosi continuamente
per raggiungere l'imperfezione assoluta, i cinque Armadi sono riusciti a
corrompere, anzi direi di meno, a rompere centinaia di critici che mai avrebbero
pensato di leggere qualcosa di cosi' incredibile, cosi' rivoluzionario, cosi'
cosi'.
Per sfuggire agli attentati che quotidianamente vengono
loro tributati dai piu' affezionati lettori, gli Armadi sono stati ultimamente
costretti all'esilio: il Morimmali e il Gravoso, provvisti di tenda e sacchi a
pelo, si sono dati alla vita di macchia; il Gramigna evita in tutti i modi di
uscire alla luce del sole, per paura di essere riconosciuto; lo Zino e il
Metastasi, per difendere la loro incolumità, sono addirittura emigrati
all'estero: pare che siano stati visti nelle acque del lago di Loch Ness
(Scozia), in compagnia del Mostro che avrebbe dimostrato di apprezzare
moltissimo le loro opere, tanto da non volerli più lasciare andare.
Nel 1988 l'attività dell'Armadia ha avuto
essenzialmente due obiettivi: neutralizzare le influenze negative del
tristemente famoso bipede dal canto mattutino e raggiungere la tanto sofferta
maturità. Inutile dire che nessuno dei due obiettivi è stato raggiunto:
l'Innominabile continua a portare jella, allargando progressivamente il suo
raggio d'azione; e la cosiddetta "maturità" degli Armadi puo' essere
dimostrata solo dai certificati scolastici e non certo da loro. In ogni caso,
ufficialmente, l'Armadia risulta essere matura con una votazione di 282/300.
Ultimamente, per apparire in pubblico, gli Armadi hanno
escogitato varie soluzioni allo scopo di preservare il loro misterioso
anonimato. Poichè il loro aspetto abituale era ormai troppo noto e li esponeva
a feroci rappresaglie da parte dei loro lettori, hanno cercato di modificarlo. A
questo scopo il Gravoso ha dato un taglio radicale alla sua pettinatura,
adottando un particolare stile che gli conferisce un fascino piu' elettrizzato
che elettrizzante; il Metastasi ha pensato di arrotondare la sua personalità
con un paio di occhiali dalla montatura opportuna; il Morimmali si mimetizza
spesso dietro un'inquietante barba e sotto una folta chioma.
Due degli Armadi hanno scelto soluzioni diverse: il
Gramigna ha preferito espiare le proprie colpe dedicandosi ad attività
missionarie; lo Zino, utilizzando appieno il suo multiforme ingegno, non
disdegna di farsi credere un replicante alieno.
LA POETICA DELL'ARMADIA
Comuni a tutte le opere dell'Armadia sono chiaramente
il cattivo gusto e il desiderio di sconvolgere la mente dei lettori
risvegliandone i peggiori istinti, soprattutto l'istinto omicida che secondo gli
Armadi e' innato nell'uomo.
Tra gli elementi ricorrenti nelle loro poesie vi sono
il senso, la tragica comicità, il desiderio di vendetta, l'invocazione al Fato
e, soprattutto, lo stronzo di turno da prendere per il culo.
Molti critici si sono chiesti: "In che senso il
senso?". Il Morimmali, grande teorico del
senso armadico, sostiene in proposito che il senso, per essere tale, deve far
senso. Il senso ha un'importantissima funzione sociale: se e' vero che spesso ci
sono divergenze di vedute su cio' che e' bello, e' altrettanto vero che quando
una cosa fa realmente senso, tutti si trovano d'accordo nel giudicarla. Pertanto
il Morimmali, che tra gli Armadi e' il piu' sensibile ai problemi di Pace nel
mondo, ha scritto appunto "La
poesia che fa senso", veramente ammirevole per la capacita` di
stimolare contemporaneamente i cinque sensi senza bisogno di ricorrere ad ardite
metafore, ma con l'abile uso di immagini immediate (vedi il cesso).
La tragica comicità è particolarmente presente nelle
opere del Gravoso e dello Zino dedicate ad argomenti scolastici. Alla tragica
comicità è strettamente legato il desiderio di vendetta, particolarmente forte
in certe opere dello Zino, quali "La
Carpone" e "Zanzara".
Tra gli Armadi Apistola
Zino è infatti chi ha avuto più degli altri vita travagliatissima a causa
della sua insofferenza nei confronti dei banchi di scuola, di certo inadeguati a
contenere la sua personalità. Caratteristica di Apistola
Zino è pure l'invocazione al Fato, ricorrente nei suoi capolavori: in
"Zanzara" ("perchè non muori?") e in "L'anno
che è trascorso" ("avissiru a siccari i palli a mia").
La causa di tali invocazioni e' indubbiamente da
ricercarsi nell'intimo travaglio spirituale che lo spinge spesso a cercare aiuto
non solo presso il Fato, ma anche presso l'armaiolo (Apistola ha una formidabile
collezione di armi medievali che custodisce gelosamente in attesa del momento in
cui sarà ora di liberare il mondo dal ciarpame umano).
I MUSI ISPIRATORI
Non va dimenticato quello che probabilmente è il
motivo ispiratore di un po' tutte le composizioni armadiche: lo stronzo da
prendere per il culo. Alcuni stronzi ricorrono cosi' frequentemente nella
poetica armadica da rendere necessario che se ne parli specificamente.
Angelina Carpone è la più grande Musa ispiratrice
dell'Armadia. Ferocissima, vendicativa, catadroma, è il temutissimo cane da
guardia del Liceo frequentato dagli Armadi. Soprannominata
"Bloody Little Angel" da chi ha avuto la disgrazia di conoscerla,
sostiene che qualsiasi cosa, soprattutto la più difficile, "si sa".
Angelina è nota nel mondo per la sua indiscussa modestia, per i suoi occhiali
da pilota di biplano, e per le importantissime innovazioni da lei introdotte in
fonetica per quanto riguarda la pronuncia di parole come "matraccio",
"Watson & Crick" e "ossida riducendosi".
A lei sono dedicate numerose opere; le piu' note sono "La
Carpone" dello Zino e la marcia funebre "LaCarpon" scritta
dal Gravoso e inserita nella raccolta "Cominciamo bene", prima opera
discografica dell'Armadia.
Al Grande Bove Francesco Antipoli sono dedicate due
celebri opere del Gravoso: "Dedicato
ad una stalla" e "Dedicato
a un bove". Si tratta di sinceri atti d'amore nei confronti del
"Maestro" (cosi' ama farsi chiamare l'essere in questione quando tende
il mignolo per rispondere ad una stretta di mano). Essere estremamente modesto
(soprattutto con riferimento all'IQ), e' rinomato per il suo costante sforzo di
allontanare da sè l'attenzione degli altri, famoso per le amicizie di cui si
circonda, per la sua mania di chiamare "quadri" e "foto"
certi indefinibili oggetti e infine per la sua innegabile capacità di far
rispettare qualsiasi scadenza di tempo precedentemente fissata.
Mauro Zanzara da Santo Stefano di Camastra, detto
"Pinguino" per la sua caratteristica andatura, è un altro dei grandi
Musi ispiratori. Genio precocissimo, ancora in fasce imparo' a leggere dalle
pagine di "Scienza e Vita". Amabile in ogni sua manifestazione, si
distingueva sempre per la sua sincerità e per la sua attitudine a fare tutto
alla luce del sole.
Vinse i Giochi Nazionali della Chimica 1987. Da allora il numero dei suoi nemici
e' cresciuto con legge esponenziale; si è dovuto trasferire a Milano e di lui
sembra si siano ormai perse le tracce. Si dice che per mimetizzarsi abbia fatto
ricorso ad un delicato intervento di chirurgia plastica al naso.
Qualcuno tuttavia sostiene che tale intervento sia stato motivato esclusivamente
da necessità alimentari (rischi di disidratazione da mancata ingestione di
bibite). Pare che di cio' esistano addirittura inequivocabili prove
fotografiche. In ogni caso, nulla si sa della sua attuale fisionomia e molti
temono tuttora di incontrarlo per la strada senza la possibilità di rendersi
conto del pericolo.
Ben più pericoloso è comunque l'ultimo Muso:
l'Innominabile, animale bipede dallo sguardo torvo e la voce gracchiante. Su di
lui preferiamo non soffermarci per non compromettere la nostra futura esistenza
e non turbare irrimediabilmente le vite dei lettori, che certamente sarebbero
colpiti dai suoi malefici influssi. Basti sapere che e' peggio dell'AIDS: e'
decisamente meglio non conoscerlo piuttosto che dover passare tutta la vita ad
evitarlo.
LA POESIA E LA LETTERATURA DELL'ARMADIA RIVISTA DA
MARFILIPPO GRAVOSO
Riportata fedelmente dal manoscritto originale.
Non l'estetica del Vicolo, bensi' le poetiche del
Gravoso e dell'Imbianchini (e piu' la seconda della prima), con il loro cauto
concetto del "cattivo gusto", il loro irrazionalismo e macchinagogismo
stemperati e appesantiti da lievi venature masochiste, le loro tendenze
nettamente antibarometriche e il loro implicito richiamo alla tradizione del Tre
e del Cinquecento e del 1987 rappresentano assai bene i piriti del nostr'ano
piccolo neoclassicismo alla fine del 20mo secolo, di quel neoclassicismo che
trovo' schietta manifestazione nell'Armadia.
Nel maggio 1987 alcuni illetterati e schiffarati, che
già prima solevan trovarsi insieme a discutere e a fare versi nel gabinetto
dell'ex-Regina Cristina di Svezia (testarossa), decidevano di creare, col nome
di Armadia, un'accademia pirata, con lo scopo di "Esterminare il buon gusto
... perseguitandolo ovunque si annidasse contro il poeta piu' poeta".
Fra i primi fondatori erano il Morimmali ed il Gravoso
ma quest'ultimo (poiche' del classicismo aveva una idea più ardita) se ne
stacco' ben presto, provocando, insieme con taluni suoi discepoli, una effimera
(egli infatti rimase ancora legato ai componenti dell'Armadia) scissione nel
sodalizio formando l'A.I.D.S. ovvero gli Armadi Impudici e Depravati della
Sicilia nella quale entravano intanto il Giuda, il Minzioni, il Melegatti, il
Brodo ed il Timoniere (2).
Non importa che poi l'Armadia, diventata la più
stupida accademia letteraria di Palermo, accogliette, accogglieggisse,
accolletto', accogliesse scrittori dal pirito più aperto dall'Imbianchini al
Vicolo fino al Panini ed all'Alfiere. Gli scrittori dell'Armadia diedero un
impulso, un incitamento, un ammuttune alla poesia cotta e all'ote pintorica (3)
ed oraziana ed alle canzonette di Bennato, ovunque elevando la malizia dei sensi
ed un lanzo totale delle viscere del lettore. Nessun poeta grande diede
l'Armadia come tale (che' non puo' dirsi poeta grande neppure il Metastasi), ma
parecchi piccoli poeti con la loro vena tenue, schietta (4)
e personale. L'imitazione del Bimbo e di Costanzo rappresenta fra gli Armadi un
puro esercizio stilistico di cui troviamo esempio nel Melegatti e nel Morimmali.
Ad una stilizzazione più accorta della consunta
materia erotica pervengono i pervertiti dell'Armadia tra i quali troviamo TomRoberto
Gramigna nato a Palermo il 24 ottobre 1970 e morto il più presto possibile.
Allievo del Gravoso fu maestro di italiano presso la Famiglia Reale ormai
estinta, compose biografie, melodrammi, versi sciolti e tradusse anche
Shakespeare, Racine, Milton, Parmalat e Plasmon. Tento' di introdurre
l'endecasillabo scatullato, ma cio' non è degno di nota poichè rimase senza
influsso negli scrittori venuti dopo.
Soltanto in Sasso
Metastasi tuttavia la tenue, ma che dico tenue, l'inesistente ispirazione
del mondo Armadico trova una sua voce soprana con un rantolio piu' ampio e
continuato che non nel Gramigna. Il Metastasi nacque a Palermo il 13 ottobre
1970. Il suo vero nome non si puo' dire poichè lo sputtanerei davanti a tutti i
professori. Conosciuto anche con lo pseudonimo di Pasqualino Impegno dettato da
assurde megalomanie infantili, trovo' un protettore ricuttaro e maestro nel
Gravoso che gli grecizzo' il nome in Metastasi. Dal Gravoso apprese la volgarità
dello stile ed il basso senso della poesia erotica. Nel 1987 il Metastasi fu
accolto fra gli Armadi. Scrisse lo "Sgorbio storico del moto oscillatorio
Armadico" e la biografia di uno tra i grandi dell'Armadia: Apistola
Zino.
Quest'ultimo fu fra tutti il primo famoso erudito,
istruito e distrutto critico palermitano che precedette il Metastasi nella
funzione di parto cesareo a Valguarnera di Caropepe, in Scozia, tra il 1mo ed il
21 di agosto del 1987. E si sforzo' tanto a scrivere delle epistole ai suoi
colleghi che impazzito tento' di riportare il melodramma al senso dell'erotico
(suoi furono gli scritti proibiti dell'Armadia fra i quali ricordiamo "La
Carpone"). Allo Zino peraltro difettava il senso della musica e quindi
la sua riforma procedeva assai più sul fondamento di uno sproposito cerebrale
partorito il 13 maggio 1987.
All'infuori del melodramma metastasiano, l'Armadia non
diede altro che letteratura. Ricordiamo il Morimmali autore de "La
poesia che fa senso" , ma soprattutto fondatore di uno dei due
movimenti interni dell'Armadia, il cosiddetto movimento antizanzariano oltre poi
ad aver fatto parte anche del secondo movimento interno, l'anticarponico.
Infine gli ultimi cenni vanno al MarFilippo
Gravso che rappresenta un pirito ribelle all'interno della letteratura
dell'Armadia contro le strutture scolastiche. Scrisse molte dediche a edifici,
professori e ministri (ricordiamo "Il
ritorno della Carpone" ispirato dalla suddetta opera dello Zino al
quale dedico' peraltro un'epistola consolatoria), tratto' con inumana perfidia
la biografia del Gramigna provocando la di lui vendetta e pubblico' l'inno
canzone storia e poetica dell'Armadia.
NOTE
(1)Il sesto Armadio (Perdens Veng John) verrà affiliato solo alla
fine del 1988 (NdR)
(2)Nell'ordine: Guidi, Manzini, Magolotti,
Maggi, Di Capua.
(3) Leggi come Ciriaco.
(4) Cioe' senza ricotta